ALCUNE IPOTESI SUL SOLLEVAMENTO DEI "TOLFETANI"

1798-1799

 

Al tempo della vendita di tutto il complesso minerario delle "allumiere" giungno 1798 da parte dei Francesi si inserirono nell' insieme della vendita dei terreni che non erano mai stati inseriti in nessun appalto precedente, questi erano utilizzati dagli allevatori di bestiame di Tolfa e dai cittadini stessi per la legna in base agli usi civici da tempo immemore(universita della mosceria ed agricoltori della terra della Tolfa), questo creo' una forte tensione tra questi appogiati anche dal comune di Tolfa e la societa', i primi fecero ugualmente pascolare il bestiame su' queste terre mentre la societa' fece sequestrare e bloccare il bestiame mettendolo sotto il suo controllo.Da questo si puo'pensare che la rivolta verso i Francesi e la societa' abbia trovato facile esca tra questi scontenti che rivolevano la terra e non erano pochi.Tutto questo e' avvalorato da una lettera scritta al conte Lavagi amministratore delle miniere dall' avvocato Buttaoni anch'egli di Tolfa che portava avanti presso il tribunale di Roma le ragioni degli allevatori e cittadini.Per precisione bisogna dire che il conte Lavagi era colui che all'interno della societa' caldegiava  la linea del compromesso bonario, mentre  c'era chi voleva la linea dura. Ma leggiamo la lettera

 

 

 

 

 

 

Quindi questa lettera non fa' che confermare la nostra ipotesi che gli animi erano agitati non tanto per il Papa prigioniero o per la fede cattolica in pericolo ma per interessi ben piu' terreni, c' e' pero' da dire che a questi si unirono sicuramente degli agitatori anti francesi venuti da fuori che pilotarono la rivolta che purtroppo come sappiamo fini male, inoltre come vediamo la lettera porta la data 23 febbraio 1800 scritta circa un anno dopo i fatti del 1778- 1799 accaduti aTolfa e per questo redatta con cognizione dei fatti ed in tempi non sospetti.

 

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